NOTE
1Una
sintesi della bibliografia sull’argomento in GELICHI, 1992, PP. 44,46.
3Sull’aggettivo,
introdotto per distinguere il gruppo da quello della graffita
arcaica tirrenica, Si veda NEPOTI, 1987, pp. 43-45.
4Cfr.
GELICHI, 1984, PP. 388-399, 403-404; GELICHI, 1986, pp. 24-28;
5GELICHI,
1987; GELICHI, 1992a, p. 270.
6Cfr.
NEPOTI, 1991, pp. 97-108; NEPOTI, 1992, pp. 317-325. Per l’area veneta v.
MUNARINI, 1990 e MUNARINI, 1990a.
7Cfr.
GELICHI, 1986. pp. 24, 26-27 e tav. I con La bibliografia relativa.
8Per
Piemonte e Lombardia cfr. NEPOTI, 1987, pp. 46-47 con la bibliografia relativa.
9In
realtà sono provenienti tutti dalla Laguna veneta gli scarti inediti donati da
L. Conton al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Per i
ritrovamenti da Campalto vedi CANALSACCARDO, 1989.
10COZZA,
1987, pp. 107-112. Altri scarti stanno uscendo in questi giorni da uno scavo
condotto dall’Università di Padova in un suo cantiere cittadino.
12MONTICOLO-BESTA,
1914, pp. 195-196, 1.5.
13
Il tipo
è stato individuato da S. GELICHI. Cf r. LIVERANI, 1935, pp. 104-105, tav.
XXI.a; GELICHI, 1986, pp. 27-29; GELICHI, 1987, p. 37;
NEPOTI,
1991, pp. 102-103; GELICHI, 1992a, p. 270; NEPOTI, 1992,pp. 319, 321, 324, fig.
16.138 e fig. 18.269.
14vedi
MUNARINI, 1992, pp. 49-54, 101-103, nn. 85-89 da Padova e SCARAMELLA-TESTA,
1991, pp. 8-9 da Vicenza: recentemente I’amico A.Testa ha segnalato la
presenza di scarti di fornace a Vicenza (comunicazione personale).
15MUNARINI,
1992, p. 103, nn. 88-89.
16Cfr.
MUNARINI, 1987, pp. 59-63 gruppo 2.
17Una
tavola sinottica in MUNARINI, 1987, pp. 60-61.
18Ad
es. SCIOLLA, 1977, p. 67, n. 302.
19Cfr.
per Pavia NEPOTI, 1981, pp. 73, 84-86, nn. H4, H1O-H12, H18 con scarti di
fornace.
20Cfr.
NEPOTI, 1981, p. 75 e BLAKE, 1984, p. 341.
22Vedi
La ceramica nel Veneto, 1990, pp.
52-53, mv. 16185.
23Materiale
inedito dallo scavo di Sant’Alvise.
24Rispettivamente
GELICHI, 1984, pp. 388-390, fig. 38.5; ibidem,
pp.389,391,393, fig. 39.3; ibidem, pp.
389, 393, fig. 38.14; REGGI, 1984, p. 4, n. 12 tutti con la relativa
bibliografia.
25Cfr.
REGGI, 1984, pp. 1-2, nn. 1-2,5 con bibliografia.
26vedi
GELICHI, 1987, p. 39; GELICHI, 1992a, p. 277; NEPOTI, 1991, pp. 101-102; NEPOTI,
1992, pp. 324-325.
27Cfr.
GELICHI, 1991, pp.26-28,36-37, figg. 4.4 e5 e NEPOTI, 1992, pp.
28Vedi
REGGI, 1971, pp. 37-38.
29Cfr.
GELICHI, 1986, pp. 28-33; GELICHI, 1987, pp. 37-38; NEPOTI, 1991, pp. 102-105;
GELICHI, 1992a, p. 270 con la datazione in accordo con La
ceramica nel Veneto, 1990, pp. 68-78. Per materiali simili; NEPOTI, 1992,
pp. 321-322, 329-330. Cfr. anche MUNARINI, 1986.
30vedi
RACEHAM, 1940, p. 436, n. 1356. Per Treviso vedi RAIMONDI COMINESI, 1966.
31Il
periodo corrisponde all’incirca al periodo
pisanettiano di R. Magnani - vedi a proposito MAGNANI, 1981, pp. 67-73
caratterizzato da una stragrande presenza di materiali a fondo ribassato.
32Vedi
La ceramica net Veneto, 1990, pp.
68-78; MUNARINI, 1993, pp.
33Vedi
MUNARINI, 1993, pp. 25-28 sottogruppi con fasce
ad alternanze di mele e di fronde di
quercia accartocciate e a motivi
rinascimentali. Vi si pub aggiungere un sottogruppo con
fasce a foglie di gelso ben attestato in area emiliana.
34Rispettivamente,
e con 1’eventuale bibliografia, NEPOTI, 1991, p.104; NEPOTI, 1991, p. 104;
GELICHI, 1993, p. 34, fig. 11.2; NEPOTI,
35Cfr.
MUNARINI, 1986a, p. 45, tav. 2.b, p. 46, tav. 4.a, p. 47, fig. 2; COZZA, 1987,
pp. 112-115, fig. 16.e-f, pp. 119-121, 123, 125 figg. 21, 23.a,c-d,25.a, 27.a,
pp. 132-133, fig. 35.a.
37Cfr.
La ceramica nel
Veneto, 1990, p. 121
in alto a sinistra.
38vedi
RAIMONDI COMINESI, 1964, tav. VIL.c, e-f.
39A.
Testa segnala dall’area del convento di San Domenico a Vicenza un possibile
scarto di fornace.
40NEPOTI,
1992, pp. 325-326, 329.
41Cfr.
AVENA, 1916, pp. 122-124.
42Cfr.
GINATEMPO-SANDRI,
1990, p. 81.
43Ad
esempio AVENA, 1916, p. 125, doc. IV: Tommaso boccalaro di Vicenza invia nel
1456 le proprie ceramiche a Verona.
44Ad
esempio AVENA, 1916, pp. 120-121, doc. 1: Francesco Feriolo di Parma - ma attivo
a Mantova - chiede nel 1446 di potersi trasferire con venticinque persone a
Verona per impiantarvi bottega; ibidem, pp.
122-124, doc. ILI: i fratelli Antonio e Giovanni da Cremona chiedono nel 1455 di
poter impiantare bottega a Verona.
45Vedi
GELICHI, 1986, pp. 30-31; GELICHI, 1987, p. 39; NEPOTI, 1991, p. 109; GELICHI,
1992a, p. 277.
48Vi
si possono collocare tutti quei materiali i cui ornati, tracciati con
elegantissime movenze, si spingono specie nelle forme aperte ad occupare tutto
lo spazio disponibile all’interno del cavetto fino ad una o più semplici
righe graffite orizzontali sotto al labbro. P questo sottoinsieme a cui si
riferisce GELICHI parlando di graffita arcaica tardiva.
49E'
il nucleo più vicino alba graffita rinascimentale canonica di cui costituisce
una diretta derivazione.
50i
dati, solo esemplificativi, sono stati tolti da AVENA, 1916, passim;
DED~, 1982, passim; FIORONI, 1980,
p. 18; FORLANI, 1986, passim; GELICHI,
1984a, pp. 156-158; GELICHI, 1986, pp. 95-102; La
ceramica net Veneto, 1990, passim; MAGNANI,
1981, pp. 43-63; MANGILI, 1985, p. 23; MoscHsrn, 1931, passim; PALVARINI Gosto CASALI, 1987, passiln; RAIMONDI COMINESI, 1964, passim; RiGHt, 1974, pp. 94,96; F. Negrini in SIVIERo, 1981, pp.
45-49; SCARAMELLA-TESTA-ZANETrI, 1993.
51Cfr.
SIVIERo, 1981, pp. 46,48.
54Sull’area
emiliano-romagnola ma con accenni alle regioni contermini, v. GELICHI, 1986,
pp.28-33; NEPOTI, 1991, pp. 109-125; NEPOTI, 1992, pp. 330-338. In ambito veneto
vedi La ceramica net Veneto, 1990, passim;
MUNARINI, 1993, pp. 30-35.
55Subb’argomento
GELICHI, 1986, pp. 34-42. Per Ravenna vedi NEPOTI,
56Rispettivamente
e nell’ordine: FIoRoNI, 1980, passim e
La ceramica net Veneto, 1990, pp. 120-122; La ceramica net Veneto 1990, p. 110 ab centro e a sinistra;
SCARAMELLA-TESTA, 1990, p. 10 a destra; COZZA, 1987, pp. 112-115, fig. 16.e-f,
pp. 115-125, figg. 23.a, c-d, 25.a, 27.a-b. ed anche ARGNANI, 1898, pp. 31-36;
VALERY-STOCCO, 1981; per Venezia vedi ad esempio “Archeobogia Viva”, XVI,
1997,66, p. 30.
57BARONI,
1934; PERIN, 1983, pp. 342-343, n. 23.
58Corrisponde
all’incirca alla maturità e realismo del periodo
post pisanettiano di Magnani: cit MACNANI, 1981, pp. 62,73-78.
59Vedi
MUNARINI, 1993, pp. 170-171, n. 85 con bibliografia.
60Cfr.
MUNARINI, 1993, p. 33, “Gruppo GR”e pp.37-139, Gruppo
senza cornice multipla elaborata. Per l’area emiliana si pub fare riferimento
alba Fase A dei materiali da San Giovanni in Persiceto v. GELICHI, 1986, specie
pp. 55-59 e 65-68.
61Per
le importazioni dall’Egitto e dalla Siria di vasellami metallici cfr
CARBONI-TONGHINI, 1993, specie pp. 283-284, 318-323, nn. 184-188 con ricca
bibliografia.
62Per
gli ultimi aggiornamenti sull’argomento cfr. FONTANA, 1993, pp. 469-470,
486-491, nn. 303-308 con ricca bibliografia.
63Cfr.
PICCOLPASSO, 1879, tav. 25.
65Cfr.
ad esempio The Illustrated Bartsch,
Commentary, 25.036,25.104-25.105 tutti di Nicoletto da Modena, 25.062-25.063
di Giovanni Antonio da Brescia; The Illustrated Bartsch, 15.239-15.241 di Hans Sebalt Beham.
66“La
ceramica nel Veneto,
1990, pp. 110-111.
67FIORONI,
1980, pp. 25-30, passim; La ceramica nel Veneto, 1990, pp.123-124.
68SCARAMELLA-TE5TA,
1991, p. 11 in alto a destra; SCARAMELLA-TESTAZANEnI, 1993, p. 8.
69SIVERO-VERONEsE,
1965, pp. 16-17.
70COZZA,
1987, pp. 114-115, fig. 17.b-c,e, pp. 117-118,120,122, fig.20.v e fig. 24.g-h.
71RAIMONOI
COMINESI, 1964, pp.36-44, tav. A, passim, pp.44-SO,
tavv.C-F, passim con esempi di scarti
di tutte le fasi di lavorazione
73BARONI,
1934, pp. 33-36, nn. 23-27.
75SCARPA,
1983 e DE MIN, 1983, pp.57-58 nn. 9-10, tav. 111.3-4 e
p.58, n. 11, figg. 3-4.
76Per
la bibliografia sul tipo vedi NEPOTI, 1992, pp. 265-266, nn.
77GELICHI,
1986, p. 56, tav. VILI specie per quel che riguarda i fiori gotici.
78Per
la definizione del tipo vedi NEPOTI, 1992, pp. 336, 338-MO.
80A
proposito MUNARINI, 1993, pp. 43-46.
81Cfr
SACCARDO, 1992, p. 156 con ricca bibliografia riferita anche alle regioni
vicine. Per un’analisi preliminare delle possibili tecniche offerte vedi
MUNARINI, 1993, pp. 48-50.
82A
riprova della datazione tradizionale intorno alba metà o poco prima del XVI
secolo vedi NEPOTI, 1992, pp. 310-312, 315-316,
83DE
MIN, 1983, p. 58, n. 12 e tav. 111.5.
84Materiali
dalla Rocca di Orzinuovi in corso di studio.
85Rispettivamente,
e con bibliografia, NEPOTI, 1991, p.286; NEPOTI, 1992, pp. 311,316 e fig.
11.266; GELICHI, 1986, passim databili
sia alla metà che al terzo quarto del XVI secolo; LIBRENrI, 1992, p. 41,fig.
8.5; NEPOTI, 1991, p. 288.
86MUNARINI-STRINGA,
1986, pp. 11-12, nn. 14-15.
87FIORONI,
1980, pp. 47,49,51-52.
88Relativamente
più recenti: cfr. SACCARDO, 1992, pp. 156-157 e fig.16.4.
89Rispettivamente
FERN, 1983, pp. 332-335, nn. 11,13; NEPOTI, 1981, pp. 100-101, H122-H123.
90PERIN,
1983 rispettivamente pp. 326-335, nn. 3,6, 8-9, 11-13 e pp.336, 337, nn. 16-17
con la bibliografia relativa a Pavia.
91NEPOTI,
1991, pp. 326-327, n. 341 con Ia bibliografia relativa.
92Vedi
La ceramica nel
Veneto, 1990. Per
l’elenco dei nomi vedi CONTON, 1980, pp. 101-109; BARONI, 1934, p. 400; ALVERA
BoRroLol-ro, 1981, p. 35.
93BELLIENI,
1991, pp. 95-96, n. 85. Forse un tagliere da impagliata per Ia parola SITONATO.
94RAIMONDI
COMINESI, 1964, pp. 37,39,42-43,46,50 e tavv. A-B con Ia bibliografia
precedente; BELLIENI, 1991, pp. 96-97, n. 88, fig.
95MUNARINI-STRINGA,
1986, pp. 12-16, nn. 16-24.
96BELLIENI,
1991, pp. 95-96, n. 87.
97SACCARDO,
1992, p. 158, fig. 17.4.
98Ad
es. GELICHI, 1992b, p. 72, fig. 8.8.
99RAIMONDI
COMINESI, 1964, p. 49, tav. E.
100WILSON,
1987, pp. 160-161, n. 251.
102Un
frammento da Bergamo - MANGILI, 1985, pp. 101, 109, fig. 51 - ci consente di
capire che uno dei temi preferiti a quello della pianta di cardo.
103REGGI,
1973, pp. 50-57, nn. 31-44.
105NEPOTI,
1991, pp. 298-299, n. 272 con bibliografia.
106Rispettivamente
PERIN, 1983, pp. 354-355, n. 38 e pp. 358-359, n. 40; REGGI, 1981, ad es. pp.
39-40, 46-47, nn. 44-45,61-66.
107Un
boccale ad es. presso i Musei Civici di Padova. Nel 1605G. B. Ferrari ceramista
da Carpi riceve un ordine di fiaschi per la Duchessa di Mantova: vedi REGGI,
1981, p. 9.
109GELICHI,
1992b, pp. 71-73, figg. 7.1-4 ed 8.9.
110Rispettivamente
LIBRENTI, 1992, p. 35, fig. 4.10; GELICHI, 1986, p.
111I
soggetti più impegnativi sono evidentemente quelli antropomorfi o zoomorfi;
soggetti ornitomorfi o vegetali - in
113MORO-MINGOL-RO,
1993, pp. 55-56, 75, 78, 93-94, nn. 17, 19, 31 e figg. 59-60, 62. Cfr. pure La
ceramica net Veneto, 1990, p. 169.
114Per
Legnago e Montagnana vedi La ceramica net Veneto, 1990, pp. 167-168, fig. a p. 167 in basso a
destra e a p. 168 in alto. Per Badia Polesine cfr. SIVIERO, 1976, passim.
115FREGONESE,
1965 e SIVIERO, 1965, p. 31, n. 318.
116Un
boccale inedito presso i Musei Civici di Padova.
117il
grande piatto dei Musei del Castello Sforzesco - datato 1598 pur riprendendo
modi ed accuratezza di lavorazione del graffito di almeno un quarto di secolo
precedenti - con la Madonna della Ghiara, derivata da un prototipo grafico di J. Sadeler
I del 1596. Cfr. BISCONTINI UGOLINI, PETRUZZELLIS SCHERER, 1992, pp. 96-101, n.
29.
119Alcuni
esemplari in RAIMONDI COMINESI, 1964, p. 45, tav. C.
120DaIl’Adigetto
SIVIERO, 1976, passim. Dal Canalbianco SIVIERO, 1966. Dal Bacchiglione SIVIERO,
1975a, p. 8, n. 5. Dal Livenza GAI-SACCARDO, 1987, pp. 60-61, nn. 92-97.
121Dagli
Alberoni Dal Museo alla Città, p. 14
e, senza provenienza, p. 48, fig. 40. Da Pellestrina SOAVE, 1986, p. 54, fig.
12. Da San Giacomo in Paludo SACCARDO-LAZZARINI, 1988, p. 60, n. 38.
122SIVIERO,
1965, p. 36, n. 389.
123BELLIS,
1979, p. 260,264; La ceramica net Veneto, 1990, p. 169; MOROMINGOTTO, 1993, p.
56,76,94, n. 20 e fig. 60. Da Padova vedi SIVIERO, 1965, p. 26, n. 51, p. 29, n.
87.
124Cfr.
PALVARINI GOBlO CASALI, 1987, p. 177. In NEPOTI, 1992a, p. 132 vengono inoltre
ricordati degli scarti di fornace da Pavia graffiti a stecca.
125MORO-MINGOTTO,
1993, pp. 38-45,53-96.
126SACCARDO,
1992, p. 157, fig. 15.4 con Ia scritta Suor
G [itisti] na
127SACCARDO,
1992, p. 159, fig. 19.6 con incluso un centesimo di Napoleone I, Re
d’Italia. Uno scavo archeologico in una adiacenza di Palazzo Maldura a Padova
ha fornito - 1996/1997 - testimonianze di una produzione tarda di graffita
databile agli anni compresi tra il 1755 ed il 1768.
128Cfr.
BELLIENI, 1991, pp. 93-94, n. 78.
129Rispettivamente:
COZZA, 1987, p. 135, fig. 37.a-b e, probabilmente pEt antico, pp. 135-136, fig.
38.c a cui si aggiunge 11 materiale settecentesco della fornace di Palazzo
Maldura; MUNARINI-STRINGA, 1986, p. 20, n. 34; SACCARDO, 1992, p. 148, fig.
7.3,7 e fig. 8.3; SIVIERO-VERONESE, 1965a, pp. 16-17; SIVIERO, 1976, passim.
130FERRARA-REGGI,
1967, passim; REGGI, 1981, passim; NEPOTI,
1991, pp. 126-136; GELICHI, 1991a, pp. 18-19; GELICHI-LIBRENTI 1994, p.
131Per
questi ultimi tre centri nell’ordine: FERRARA-REGGI, 1967 e LIBRENTI, 1992, passim;
M.Tampieri ed F. Cristoferi in GELICHI, 1991, pp. 178-180, fig. 321-327;
Vedi Brunetti in GELICHI, 1992b, pp. 46-51, tavv. V-VIL,VILI.1-17.
132LIBRENTI,
1992, pp. 30-37,40-44, figg. 2-3 ed in parte fig. 4, fig. 8.2 e fig. 9.2. In
ogni caso cfr. supra graffita cinquecentesca e seicentesca a punta e a stecca.
133SIVIERO,
1975, p. 74 progressivo n. 37. Probabilmente tutti cornmerciati per via
d’acqua.
134La
Meraviglia del Consueto, 1995,
pp. 105-106, nn. 087-088.
135NEPOTI,
1992a, pp. 129-130, fig. 3.
136Cfr.
GIOVANNONI-PASETTI, 1993, pp. 48-49.
137Cfr.
ad es. lo scarto in NEPOTI, 1992a, p. 130, fig. 3.1 (vedi anche FERN, 1983, pp.
324-325, n. 3 ) con il piatto in GARDELLI, 1986, pp. 240-241, n. 90
138MUNARINI-STRINGA,
1986, p. 19, n. 31 con qualche accenno agli altri ritrovamenti. La datazione,
alla luce di quanto scritto in queste righe, dovrebbe essere spostata al XVIL
secolo.
139I
materiali in oggetto, da via Belzoni, sono inediti.
140RAIMONDI
COMINESI, 1964, pp. 43,45 e tav. C.
141Dal
Museo alla città, 1990,
p. 14.
142Cfr.
SIVIERO, 1966a e SIVIERO, 1976, passim.
143FERRARA-REGGI,
1967, tav. XXXIL.27; LIBRENTI, 1992, p. 34, fig. 3.7.
145AVENA,
1916, pp. 115-116, fig. 7.
146FIORONI,
1952; La ceramica net Veneto, 1990, p.
160.
147FIORONI,
1980, pp. 45,56,58-59.
148MUNARI-SIVIERO,
1974 pp. 78-79, nn. 107, 109-110, pp. 80-81, n.113 ed La
ceramica nel Veneto, 1990, pp. 166-167.
149SlVIERO,
1975, p. 85, ma potrebbe trattarsi del recupero dal letto di un fiume.
150SIVIERO,
1965, p. 43, n. 246.
151Dallo
scavo di via Belzoni provengono dalle stesse giaciture scarti di graffita tarda
a punta sottile con decori entro architetture e di graffita tarda a punta
sottile con decori di tipo vegetale. Non compaiono, da un esame affrettato,
scarti con cherubini, ma quelli presenti sono realizzati con mano molto simile
al pezzi precedenti.
152Cfr.
CAVALIERI MANASSE, 1985, pp. 216-217.
153Per
possibili influenze reciproche cfr. C. Negrelli e M. Librenti in GELICHI, 1992b,
pp. 233, 239, fig. 25.1 con la bibliografia relativa.
154Si
può solo proporre di anticiparne leggermente La comparsa come in COZZA, 1989,
pp. 51-52, fig. 60.
155Talvolta
accompagnate dalle tipiche sequenze di barre oblique verdi cfr. Vedi Brunetti in
GELICHI, 1992b, p. 67 e fig. 4.4, p. 80 e tav. XXI V.2, tav. A.3 e forse p. 83,
tav. XXV.2.
156Vedi
Brunetti in GELICHI, 1992b, p. 89.
157Per
la diffusione del tipo vedi MANGILI, 1985, pp. 42-43.
158La
ceramica nel Veneto, 1990,
pp. 166-167.
159SIVIERO,
1965, p. 33, n. 351.
160Gli
elementi lobati graffiti, le bande radiali e le cornici generate da fasci di
corte pennellate di verde-ramina mostrano una lontana dipendenza dai materiali
compendiari con fasce e cornici “a
ricamo” della fine del XVI + prima metà del XVII secolo.
161Cfr.
La ceramica nel Veneto, 1990, pp.
147-148 ed ivi la bibliografia relativa; SACCARDO, 1992, pp. 152,154, fig.
14.2-3.
162Nella
graffita tipo San Nicolò gli
esemplari monocromi sono meno attestati.
163NEPOTI
1981, pp. 89-91, nn. H49, H51-H52; NEPOTI, 1991, pp. 106-
164PALVARINI
Gosio CASALI, 1987, p. 47, tav. IV riconducibile per evidenti ragioni al gruppo
a motivi rinascimentali.
165NEPOTI,
1981, pp. 90-91, n. H53.
166S.
NEPOTI - NEPOTI, 1991, pp. 305-310, nn. 289-299 con bibliografia- ricorda uno
scarto di fornace da Imola e scarti d’uso e bacini da Pavia, Mantova (vedi
anche SIVIERO, 1981, p. 64, n. 7), Reggio Emilia, Bologna e Ferrara. Per il
Veneto vedi La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 90-91 con la bibliografia
relativa.
167Rispettivamente
GELICHI, 1986, passirn e NEPOTI, 1991, p. 306 con Ia bibliografia relativa anche
sito precedente.
168COZZA-MUNARINI,
1989, pp. 132-133, nn. 72-73.
169Ad
esempio PALVARINI GoBlo CASALI, 1987, p. 119, tav. XX e p. 126, tav. XXIV.
170NEPOTI,
1992a, p. 311, fig. 11.266 con uno scarto di fornace per Ferrara; COZZA-MUNARINI,
1989, pp. 136-137, pp. 77-78 per Concordia Sagittaria.
171Cfr.
i materiali di cui alla nota precedente con MANGILI, 1985, pp. 145-146, n. 11/4
da Brescia quest’ultima con stretti paralleli con frammenti inediti da Verona.
172VALANDRO,
1985, seconda tavola ft.
173Cfr.
LIBRENTI, 1992, p. 38, fig. 6.1 invetriata in verde.
174Da
Verona CLAIRAUT, 1913 e La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 155-157. Da Montagnana
MUNARI-SIVIERO, 1974, pp. 66-67, n. 78. In genere brune, ma si conoscono anche
esemplari invetriati in verde.
176Ad
esempio COZZA, 1989, p. 51, fig. 58 da Verona datato 251 [25612552; due pezzi
inediti da Padova datati rispettivamente 1656 e 1659 a cui Si aggiunge un
boccale dei locali musei civici datato 1629 ed invetriato in verde; GELICHI,
1992c datato 1693 da Argenta; per Bologna ed il circondario LIBRENTI, 1992, p.
56, fig. 18.
177Rispettivamente
NEPOTI, 1981, pp.90, 101, n. H131; ibidem,
p.97, nn. H93-H94;
ibidem, p.92,94, nn. H68-H70
a cui si aggiunge la scodella 1883, 11-6,6 del British Museum.