NOTE

 

1Una sintesi della bibliografia sull’argomento in GELICHI, 1992, PP. 44,46.

2COZZA, 1993.

3Sull’aggettivo, introdotto per distinguere il gruppo da quello della graffita arcaica tirrenica, Si veda NEPOTI, 1987, pp. 43-45. LIVERANI, 1935.

4Cfr. GELICHI, 1984, PP. 388-399, 403-404; GELICHI, 1986, pp. 24-28;

5GELICHI, 1987; GELICHI, 1992a, p. 270.

6Cfr. NEPOTI, 1991, pp. 97-108; NEPOTI, 1992, pp. 317-325. Per l’area veneta v. MUNARINI, 1990 e MUNARINI, 1990a.

7Cfr. GELICHI, 1986. pp. 24, 26-27 e tav. I con La bibliografia relativa.

8Per Piemonte e Lombardia cfr. NEPOTI, 1987, pp. 46-47 con la bibliografia relativa.

9In realtà sono provenienti tutti dalla Laguna veneta gli scarti inediti donati da L. Conton al Museo Internazionale delle Cera­miche di Faenza. Per i ritrovamenti da Campalto vedi CANAL­SACCARDO, 1989.

10COZZA, 1987, pp. 107-112. Altri scarti stanno uscendo in questi giorni da uno scavo condotto dall’Università di Padova in un suo cantiere cittadino.

11NEPOTI, 1992, p. 323.

12MONTICOLO-BESTA, 1914, pp. 195-196, 1.5.

13 Il tipo è stato individuato da S. GELICHI. Cf r. LIVERANI, 1935, pp. 104-105, tav. XXI.a; GELICHI, 1986, pp. 27-29; GELICHI, 1987, p. 37;

NEPOTI, 1991, pp. 102-103; GELICHI, 1992a, p. 270; NEPOTI, 1992,pp. 319, 321, 324, fig. 16.138 e fig. 18.269.

14vedi MUNARINI, 1992, pp. 49-54, 101-103, nn. 85-89 da Padova e SCARAMELLA-TESTA, 1991, pp. 8-9 da Vicenza: recentemente I’amico A.Testa ha segnalato la presenza di scarti di fornace a Vicenza (comunicazione personale).

15MUNARINI, 1992, p. 103, nn. 88-89.

16Cfr. MUNARINI, 1987, pp. 59-63 gruppo 2.

17Una tavola sinottica in MUNARINI, 1987, pp. 60-61.

18Ad es. SCIOLLA, 1977, p. 67, n. 302.

19Cfr. per Pavia NEPOTI, 1981, pp. 73, 84-86, nn. H4, H1O-H12, H18 con scarti di fornace.

20Cfr. NEPOTI, 1981, p. 75 e BLAKE, 1984, p. 341.

21Cfr, BLAKE, 1984, passim.

22Vedi La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 52-53, mv. 16185.

23Materiale inedito dallo scavo di Sant’Alvise.

24Rispettivamente GELICHI, 1984, pp. 388-390, fig. 38.5; ibidem, pp.389,391,393, fig. 39.3; ibidem, pp. 389, 393, fig. 38.14; REGGI, 1984, p. 4, n. 12 tutti con la relativa bibliografia.

25Cfr. REGGI, 1984, pp. 1-2, nn. 1-2,5 con bibliografia.

26vedi GELICHI, 1987, p. 39; GELICHI, 1992a, p. 277; NEPOTI, 1991, pp. 101-102; NEPOTI, 1992, pp. 324-325.

27Cfr. GELICHI, 1991, pp.26-28,36-37, figg. 4.4 e5 e NEPOTI, 1992, pp. 324-326,329.

28Vedi REGGI, 1971, pp. 37-38.

29Cfr. GELICHI, 1986, pp. 28-33; GELICHI, 1987, pp. 37-38; NEPOTI, 1991, pp. 102-105; GELICHI, 1992a, p. 270 con la datazione in accordo con La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 68-78. Per materiali simili; NEPOTI, 1992, pp. 321-322, 329-330. Cfr. anche MUNARINI, 1986.

30vedi RACEHAM, 1940, p. 436, n. 1356. Per Treviso vedi RAIMONDI COMINESI, 1966.

31Il periodo corrisponde all’incirca al periodo pisanettiano di R. Magnani - vedi a proposito MAGNANI, 1981, pp. 67-73 caratterizzato da una stragrande presenza di materiali a fondo ribassato.

32Vedi La ceramica net Veneto, 1990, pp. 68-78; MUNARINI, 1993, pp. 20-28. Una situazione analoga si presenta ad Udine: cfr. Ceramiche Rinascimentali a Udine, 1993, n. 182 con fondo campito a reticolo nn. 91-93, 190 con fondo ribassato con vane tecniche.

33Vedi MUNARINI, 1993, pp. 25-28 sottogruppi con fasce ad alternanze di mele e di fronde di quercia accartocciate e a motivi rinascimentali. Vi si pub aggiungere un sottogruppo con fasce a foglie di gelso ben attestato in area emiliana.

34Rispettivamente, e con 1’eventuale bibliografia, NEPOTI, 1991, p.104; NEPOTI, 1991, p. 104; GELICHI, 1993, p. 34, fig. 11.2; NEPOTI, 1991, p. 104 e GELICHI, 1992a, pp. 265, 267-268, figg. 4.15-16 e 5.6a-6b.

35Cfr. MUNARINI, 1986a, p. 45, tav. 2.b, p. 46, tav. 4.a, p. 47, fig. 2; COZZA, 1987, pp. 112-115, fig. 16.e-f, pp. 119-121, 123, 125 figg. 21, 23.a,c-d,25.a, 27.a, pp. 132-133, fig. 35.a.

36vedi BALLARDINI, 1913.

37Cfr. La ceramica nel Veneto, 1990, p. 121 in alto a sinistra.

38vedi RAIMONDI COMINESI, 1964, tav. VIL.c, e-f.

39A. Testa segnala dall’area del convento di San Domenico a Vicenza un possibile scarto di fornace.

40NEPOTI, 1992, pp. 325-326, 329.

41Cfr. AVENA, 1916, pp. 122-124.

42Cfr. GINATEMPO-SANDRI, 1990, p. 81.

43Ad esempio AVENA, 1916, p. 125, doc. IV: Tommaso boccalaro di Vicenza invia nel 1456 le proprie ceramiche a Verona.

44Ad esempio AVENA, 1916, pp. 120-121, doc. 1: Francesco Feriolo di Parma - ma attivo a Mantova - chiede nel 1446 di potersi trasferire con venticinque persone a Verona per impiantarvi bottega; ibidem, pp. 122-124, doc. ILI: i fratelli Antonio e Giovanni da Cremona chiedono nel 1455 di poter impiantare bottega a Vero­na.

45Vedi GELICHI, 1986, pp. 30-31; GELICHI, 1987, p. 39; NEPOTI, 1991, p. 109; GELICHI, 1992a, p. 277.

46NEPOTI, 1992, pp. 324-325.

47MUNARINI, 1993, pp. 35-42.

48Vi si possono collocare tutti quei materiali i cui ornati, tracciati con elegantissime movenze, si spingono specie nelle forme aperte ad occupare tutto lo spazio disponibile all’interno del cavetto fino ad una o più semplici righe graffite orizzontali sotto al labbro. P questo sottoinsieme a cui si riferisce GELICHI parlando di graffita arcaica tardiva.

49E' il nucleo più vicino alba graffita rinascimentale canonica di cui costituisce una diretta derivazione.

50i dati, solo esemplificativi, sono stati tolti da AVENA, 1916, passim; DED~, 1982, passim; FIORONI, 1980, p. 18; FORLANI, 1986, passim; GELICHI, 1984a, pp. 156-158; GELICHI, 1986, pp. 95-102; La ceramica net Veneto, 1990, passim; MAGNANI, 1981, pp. 43-63; MANGILI, 1985, p. 23; MoscHsrn, 1931, passim; PALVARINI Gosto CASALI, 1987, passiln; RAIMONDI COMINESI, 1964, passim; RiGHt, 1974, pp. 94,96; F. Negrini in SIVIERo, 1981, pp. 45-49; SCARAMELLA-TESTA-ZANETrI, 1993.

51Cfr. SIVIERo, 1981, pp. 46,48.

52RIGHI, 1974, p. 95.

53GELICHI, 1986, p. 37.

54Sull’area emiliano-romagnola ma con accenni alle regioni contermini, v. GELICHI, 1986, pp.28-33; NEPOTI, 1991, pp. 109-125; NEPOTI, 1992, pp. 330-338. In ambito veneto vedi La ceramica net Veneto, 1990, passim; MUNARINI, 1993, pp. 30-35.

55Subb’argomento GELICHI, 1986, pp. 34-42. Per Ravenna vedi NEPOTI, 1991, p. 228, n. 88.

56Rispettivamente e nell’ordine: FIoRoNI, 1980, passim e La ceramica net Veneto, 1990, pp. 120-122; La ceramica net Veneto 1990, p. 110 ab centro e a sinistra; SCARAMELLA-TESTA, 1990, p. 10 a destra; COZ­ZA, 1987, pp. 112-115, fig. 16.e-f, pp. 115-125, figg. 23.a, c-d, 25.a, 27.a-b. ed anche ARGNANI, 1898, pp. 31-36; VALERY-STOCCO, 1981; per Venezia vedi ad esempio “Archeobogia Viva”, XVI, 1997,66, p. 30.

57BARONI, 1934; PERIN, 1983, pp. 342-343, n. 23.

58Corrisponde all’incirca alla maturità e realismo del periodo post ­pisanettiano di Magnani: cit MACNANI, 1981, pp. 62,73-78.

59Vedi MUNARINI, 1993, pp. 170-171, n. 85 con bibliografia.

60Cfr. MUNARINI, 1993, p. 33, “Gruppo GR”e pp.37-139, Gruppo senza cornice multipla elaborata. Per l’area emiliana si pub fare riferimento alba Fase A dei materiali da San Giovanni in Persiceto v. GELICHI, 1986, specie pp. 55-59 e 65-68.

61Per le importazioni dall’Egitto e dalla Siria di vasellami metalli­ci cfr CARBONI-TONGHINI, 1993, specie pp. 283-284, 318-323, nn. 184-188 con ricca bibliografia.

62Per gli ultimi aggiornamenti sull’argomento cfr. FONTANA, 1993, pp. 469-470, 486-491, nn. 303-308 con ricca bibliografia.

63Cfr. PICCOLPASSO, 1879, tav. 25.

64MUNARINI, 1993, pp. 42-46.

65Cfr. ad esempio The Illustrated Bartsch, Commentary, 25.036,25.104-25.105 tutti di Nicoletto da Modena, 25.062-25.063 di Giovanni Antonio da Brescia; The Illustrated Bartsch, 15.239-15.241 di Hans Sebalt Beham.

66“La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 110-111.

67FIORONI, 1980, pp. 25-30, passim; La ceramica nel Veneto, 1990, pp.123-124.

68SCARAMELLA-TE5TA, 1991, p. 11 in alto a destra; SCARAMELLA-TESTA­ZANEnI, 1993, p. 8.

69SIVERO-VERONEsE, 1965, pp. 16-17.

70COZZA, 1987, pp. 114-115, fig. 17.b-c,e, pp. 117-118,120,122, fig.20.v e fig. 24.g-h.

71RAIMONOI COMINESI, 1964, pp.36-44, tav. A, passim, pp.44-SO, tavv.C-F, passim con esempi di scarti di tutte le fasi di lavorazione tav. B, tav. VIL.d-f, pp. 50-51. Cfr. pure GREGORI, 1913 e BOnER,1965.

72VALERY  - STOCCO 1981.

73BARONI, 1934, pp. 33-36, nn. 23-27.

74COZZA,1987, p. 115.

75SCARPA, 1983 e DE MIN, 1983, pp.57-58 nn. 9-10, tav. 111.3-4 e p.58, n. 11, figg. 3-4.

76Per la bibliografia sul tipo vedi NEPOTI, 1992, pp. 265-266, nn. 184-185  e per altri materiali da Mantova: GIOVANNONI-PASENI, 1993, pp. 48-49. Il tipo pare avere una anticipazione costituita da materiali di mano rinascimentale con motivi di piccole dimensioni entro ampi spazi risparmiati: un esempio in MUNARINI, 1993, pp. 165-166, n. 78 dato alba fine del XV + prima metà del XVI secolo, un altro in NEPOTI, 1992, pp. 335,337, fig. 24179. Per scar­ti d'uso da Ferrara NEPOTI, 1992a, pp. 311, 315-316, fig. 11.98, 264-265 ed il pezzo di transizione 263.

77GELICHI, 1986, p. 56, tav. VILI specie per quel che riguarda i fiori gotici.

78Per la definizione del tipo vedi NEPOTI, 1992, pp. 336, 338-MO.

79Materiale inedito.

80A proposito MUNARINI, 1993, pp. 43-46.

81Cfr SACCARDO, 1992, p. 156 con ricca bibliografia riferita anche alle regioni vicine. Per un’analisi preliminare delle possibili tecniche offerte vedi MUNARINI, 1993, pp. 48-50.

82A riprova della datazione tradizionale intorno alba metà o poco prima del XVI secolo vedi NEPOTI, 1992, pp. 310-312, 315-316, 338-339.

83DE MIN, 1983, p. 58, n. 12 e tav. 111.5.

84Materiali dalla Rocca di Orzinuovi in corso di studio.

85Rispettivamente, e con bibliografia, NEPOTI, 1991, p.286; NEPOTI, 1992, pp. 311,316 e fig. 11.266; GELICHI, 1986, passim databili sia alla metà che al terzo quarto del XVI secolo; LIBRENrI, 1992, p. 41,fig. 8.5; NEPOTI, 1991, p. 288.

86MUNARINI-STRINGA, 1986, pp. 11-12, nn. 14-15.

87FIORONI, 1980, pp. 47,49,51-52.

88Relativamente più recenti: cfr. SACCARDO, 1992, pp. 156-157 e fig.16.4.

89Rispettivamente FERN, 1983, pp. 332-335, nn. 11,13; NEPOTI, 1981, pp. 100-101, H122-H123.

90PERIN, 1983 rispettivamente pp. 326-335, nn. 3,6, 8-9, 11-13 e pp.336, 337, nn. 16-17 con la bibliografia relativa a Pavia.

91NEPOTI, 1991, pp. 326-327, n. 341 con Ia bibliografia relativa.

92Vedi La ceramica nel Veneto, 1990. Per l’elenco dei nomi vedi CONTON, 1980, pp. 101-109; BARONI, 1934, p. 400; ALVERA BoRroLol-ro, 1981, p. 35.

93BELLIENI, 1991, pp. 95-96, n. 85. Forse un tagliere da impagliata per Ia parola SITONATO.

94RAIMONDI COMINESI, 1964, pp. 37,39,42-43,46,50 e tavv. A-B con Ia bibliografia precedente; BELLIENI, 1991, pp. 96-97, n. 88, fig. 108 in alto.

95MUNARINI-STRINGA, 1986, pp. 12-16, nn. 16-24.

96BELLIENI, 1991, pp. 95-96, n. 87.

97SACCARDO, 1992, p. 158, fig. 17.4.

98Ad es. GELICHI, 1992b, p. 72, fig. 8.8.

99RAIMONDI COMINESI, 1964, p. 49, tav. E.

100WILSON, 1987, pp. 160-161, n. 251.

101MUNARINI, 1995, pp. 20-22.

102Un frammento da Bergamo - MANGILI, 1985, pp. 101, 109, fig. 51 - ci consente di capire che uno dei temi preferiti a quello della pianta di cardo.

103REGGI, 1973, pp. 50-57, nn. 31-44.

104NEPOTI, 1992a, p. 132.

105NEPOTI, 1991, pp. 298-299, n. 272 con bibliografia.

106Rispettivamente PERIN, 1983, pp. 354-355, n. 38 e pp. 358-359, n. 40; REGGI, 1981, ad es. pp. 39-40, 46-47, nn. 44-45,61-66.

107Un boccale ad es. presso i Musei Civici di Padova. Nel 1605G. B. Ferrari ceramista da Carpi riceve un ordine di fiaschi per la Duchessa di Mantova: vedi REGGI, 1981, p. 9.

108SIVIERO, 1976, p. 151.

109GELICHI, 1992b, pp. 71-73, figg. 7.1-4 ed 8.9.

110Rispettivamente LIBRENTI, 1992, p. 35, fig. 4.10; GELICHI, 1986, p. 75, tav. XXI V.56-57.

111I soggetti più impegnativi sono evidentemente quelli antropomorfi o zoomorfi; soggetti ornitomorfi o vegetali - in genere piccoli rami con un unico grande frutto di cedro - risultano più diffusi.

112Cfr. Ajuocorri, 1975.

113MORO-MINGOL-RO, 1993, pp. 55-56, 75, 78, 93-94, nn. 17, 19, 31 e figg. 59-60, 62. Cfr. pure La ceramica net Veneto, 1990, p. 169.

114Per Legnago e Montagnana vedi La ceramica net Veneto, 1990, pp. 167-168, fig. a p. 167 in basso a destra e a p. 168 in alto. Per Badia Polesine cfr. SIVIERO, 1976, passim.

115FREGONESE, 1965 e SIVIERO, 1965, p. 31, n. 318.

116Un boccale inedito presso i Musei Civici di Padova.

117il grande piatto dei Musei del Castello Sforzesco - datato 1598 pur riprendendo modi ed accuratezza di lavorazione del graffito di almeno un quarto di secolo precedenti - con la Madonna della Ghiara, derivata da un prototipo grafico di J. Sadeler I del 1596. Cfr. BISCONTINI UGOLINI, PETRUZZELLIS SCHERER, 1992, pp. 96-101, n. 29.

118MAZZUCATO, 1969.

119Alcuni esemplari in RAIMONDI COMINESI, 1964, p. 45, tav. C.

120DaIl’Adigetto SIVIERO, 1976, passim. Dal Canalbianco SIVIERO, 1966. Dal Bacchiglione SIVIERO, 1975a, p. 8, n. 5. Dal Livenza GAI-SACCARDO, 1987, pp. 60-61, nn. 92-97.

121Dagli Alberoni Dal Museo alla Città, p. 14 e, senza provenienza, p. 48, fig. 40. Da Pellestrina SOAVE, 1986, p. 54, fig. 12. Da San Giacomo in Paludo SACCARDO-LAZZARINI, 1988, p. 60, n. 38.

122SIVIERO, 1965, p. 36, n. 389.

123BELLIS, 1979, p. 260,264; La ceramica net Veneto, 1990, p. 169; MORO­MINGOTTO, 1993, p. 56,76,94, n. 20 e fig. 60. Da Padova vedi SIVIERO, 1965, p. 26, n. 51, p. 29, n. 87.

124Cfr. PALVARINI GOBlO CASALI, 1987, p. 177. In NEPOTI, 1992a, p. 132 vengono inoltre ricordati degli scarti di fornace da Pavia graffiti a stecca.

125MORO-MINGOTTO, 1993, pp. 38-45,53-96.

126SACCARDO, 1992, p. 157, fig. 15.4 con Ia scritta Suor G [itisti] na 1621.

127SACCARDO, 1992, p. 159, fig. 19.6 con incluso un centesimo di Na­poleone I, Re d’Italia. Uno scavo archeologico in una adiacenza di Palazzo Maldura a Padova ha fornito - 1996/1997 - testimo­nianze di una produzione tarda di graffita databile agli anni com­presi tra il 1755 ed il 1768.

128Cfr. BELLIENI, 1991, pp. 93-94, n. 78.

129Rispettivamente: COZZA, 1987, p. 135, fig. 37.a-b e, probabilmente pEt antico, pp. 135-136, fig. 38.c a cui si aggiunge 11 materiale settecentesco della fornace di Palazzo Maldura; MUNARINI-STRIN­GA, 1986, p. 20, n. 34; SACCARDO, 1992, p. 148, fig. 7.3,7 e fig. 8.3; SIVIERO-VERONESE, 1965a, pp. 16-17; SIVIERO, 1976, passim.

130FERRARA-REGGI, 1967, passim; REGGI, 1981, passim; NEPOTI, 1991, pp. 126-136; GELICHI, 1991a, pp. 18-19; GELICHI-LIBRENTI 1994, p. 18.

131Per questi ultimi tre centri nell’ordine: FERRARA-REGGI, 1967 e LIBRENTI, 1992, passim; M.Tampieri ed F. Cristoferi in GELICHI, 1991, pp. 178-180, fig. 321-327; Vedi Brunetti in GELICHI, 1992b, pp. 46-51, tavv. V-VIL,VILI.1-17.

132LIBRENTI, 1992, pp. 30-37,40-44, figg. 2-3 ed in parte fig. 4, fig. 8.2 e fig. 9.2. In ogni caso cfr. supra graffita cinquecentesca e seicentesca a punta e a stecca.

133SIVIERO, 1975, p. 74 progressivo n. 37. Probabilmente tutti corn­merciati per via d’acqua.

134La Meraviglia del Consueto, 1995, pp. 105-106, nn. 087-088.

135NEPOTI, 1992a, pp. 129-130, fig. 3.

136Cfr. GIOVANNONI-PASETTI, 1993, pp. 48-49.

137Cfr. ad es. lo scarto in NEPOTI, 1992a, p. 130, fig. 3.1 (vedi anche FERN, 1983, pp. 324-325, n. 3 ) con il piatto in GARDELLI, 1986, pp. 240-241, n. 90

138MUNARINI-STRINGA, 1986, p. 19, n. 31 con qualche accenno agli altri ritrovamenti. La datazione, alla luce di quanto scritto in queste righe, dovrebbe essere spostata al XVIL secolo.

139I materiali in oggetto, da via Belzoni, sono inediti.

140RAIMONDI COMINESI, 1964, pp. 43,45 e tav. C.

141Dal Museo alla città, 1990, p. 14.

142Cfr. SIVIERO, 1966a e SIVIERO, 1976, passim.

143FERRARA-REGGI, 1967, tav. XXXIL.27; LIBRENTI, 1992, p. 34, fig. 3.7.

144MANGILI, 1985, pp.42-44.

145AVENA, 1916, pp. 115-116, fig. 7.

146FIORONI, 1952; La ceramica net Veneto, 1990, p. 160.

147FIORONI, 1980, pp. 45,56,58-59.

148MUNARI-SIVIERO, 1974 pp. 78-79, nn. 107, 109-110, pp. 80-81, n.113 ed La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 166-167.

149SlVIERO, 1975, p. 85, ma potrebbe trattarsi del recupero dal letto di un fiume.

150SIVIERO, 1965, p. 43, n. 246.

151Dallo scavo di via Belzoni provengono dalle stesse giaciture scarti di graffita tarda a punta sottile con decori entro architetture e di graffita tarda a punta sottile con decori di tipo vegetale. Non compaiono, da un esame affrettato, scarti con cherubini, ma quelli presenti sono realizzati con mano molto simile al pezzi precedenti.

152Cfr. CAVALIERI MANASSE, 1985, pp. 216-217.

153Per possibili influenze reciproche cfr. C. Negrelli e M. Librenti in GELICHI, 1992b, pp. 233, 239, fig. 25.1 con la bibliografia relativa.

154Si può solo proporre di anticiparne leggermente La comparsa come in COZZA, 1989, pp. 51-52, fig. 60.

155Talvolta accompagnate dalle tipiche sequenze di barre oblique verdi cfr. Vedi Brunetti in GELICHI, 1992b, p. 67 e fig. 4.4, p. 80 e tav. XXI V.2, tav. A.3 e forse p. 83, tav. XXV.2.

156Vedi Brunetti in GELICHI, 1992b, p. 89.

157Per la diffusione del tipo vedi MANGILI, 1985, pp. 42-43.

158La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 166-167.

159SIVIERO, 1965, p. 33, n. 351.

160Gli elementi lobati graffiti, le bande radiali e le cornici generate da fasci di corte pennellate di verde-ramina mostrano una lontana dipendenza dai materiali compendiari con fasce e cornici “a ricamo” della fine del XVI + prima metà del XVII secolo.  

161Cfr. La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 147-148 ed ivi la bibliografia relativa; SACCARDO, 1992, pp. 152,154, fig. 14.2-3.

162Nella graffita tipo San Nicolò gli esemplari monocromi sono meno attestati.

163NEPOTI 1981, pp. 89-91, nn. H49, H51-H52; NEPOTI, 1991, pp. 106- 107. Isolati esemplari invetriati di verde provengono anche dal Veneto.

164PALVARINI Gosio CASALI, 1987, p. 47, tav. IV riconducibile per evi­denti ragioni al gruppo a motivi rinascimentali.

165NEPOTI, 1981, pp. 90-91, n. H53.

166S. NEPOTI - NEPOTI, 1991, pp. 305-310, nn. 289-299 con bibliografia- ricorda uno scarto di fornace da Imola e scarti d’uso e bacini da Pavia, Mantova (vedi anche SIVIERO, 1981, p. 64, n. 7), Reggio Emilia, Bologna e Ferrara. Per il Veneto vedi La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 90-91 con la bibliografia relativa.

167Rispettivamente GELICHI, 1986, passirn e NEPOTI, 1991, p. 306 con Ia bibliografia relativa anche sito precedente.

168COZZA-MUNARINI, 1989, pp. 132-133, nn. 72-73.

169Ad esempio PALVARINI GoBlo CASALI, 1987, p. 119, tav. XX e p. 126, tav. XXIV.

170NEPOTI, 1992a, p. 311, fig. 11.266 con uno scarto di fornace per Ferrara; COZZA-MUNARINI, 1989, pp. 136-137, pp. 77-78 per Concordia Sagittaria.

171Cfr. i materiali di cui alla nota precedente con MANGILI, 1985, pp. 145-146, n. 11/4 da Brescia quest’ultima con stretti paralleli con frammenti inediti da Verona.

172VALANDRO, 1985, seconda tavola ft.

173Cfr. LIBRENTI, 1992, p. 38, fig. 6.1 invetriata in verde.

174Da Verona CLAIRAUT, 1913 e La ceramica nel Veneto, 1990, pp. 155-157. Da Montagnana MUNARI-SIVIERO, 1974, pp. 66-67, n. 78. In genere brune, ma si conoscono anche esemplari invetriati in verde.

175MANGILI, 1985, passim.

176Ad esempio COZZA, 1989, p. 51, fig. 58 da Verona datato 251 [25612552; due pezzi inediti da Padova datati rispettivamente 1656 e 1659 a cui Si aggiunge un boccale dei locali musei civici datato 1629 ed invetriato in verde; GELICHI, 1992c datato 1693 da Argenta; per Bologna ed il circondario LIBRENTI, 1992, p. 56, fig. 18.

177Rispettivamente NEPOTI, 1981, pp.90, 101, n. H131; ibidem, p.97, nn. H93-H94; ibidem, p.92,94, nn. H68-H70 a cui si aggiunge la scodella 1883, 11-6,6 del British Museum.

178NEPOTI 1981, pp. 96-97, nn. H91-H92.

179NEPOTI, 1981, pp. 79-81, 103-105, nn. H137-H140.