CONCLUSIONI

LUOGHI DEI PRINCIPALI RITROVAMENTI

Per molti anni, dopo che l'attività dei pipari era ormai cessata, alcuni tabaccai hanno continuato a vendere le pipe di cui avevano fatto buona scorta. Alcune di queste era ancora possibile trovarle fino a qualche anno fa, munite di canna in legno di marasca, segno evidente che provenivano da mani esperte che ben conoscevano l'effetto aromatico che la resina di marasca dona al fumo. Ma pipe di terracotta si sono trovate a Chioggia un po' dovunque. I pescatori, per questo veramente previdenti, erano soliti tenerne buona scorta: caneve e soffitte sono state quindi molto generose con chi ha avuto la pazienza di cercare. Alcuni ritrovamenti, veramente consistenti, fanno pensare che i nostri vecchi pescatori sperassero di campare quanto Matusalemme! Un fatto è però sicuro: fumavano con piacere e gusto molto di più di quanto non si faccia ora. C'è qualcuno, si tratta generalmente di muratori, che ha trovato pipe anche sui tetti delle case. In questo caso si tratta di pipe già usate, lasciate a lato degli abbaini sul coppo di conversa perchè il sole e la pioggia sciogliessero gli umori del tabacco consentendo di riutilizzare la pipa. I ritrovamenti più interessanti sono stati comunque quelli effettuati nel corso degli scavi in tutto il centro storico di Chioggia per la posa della fognatura generale: di qui sono emersi i reperti più antichi, quelli che hanno dato configurazione stabile alla storia della pipa determinandone la vicenda più che secolare. Altri luoghi ricchi di reperti sono gli argini dei canali, le rive dove le pipe venivano abbandonate come materiale di imbonimento. Per chi voglia dedicarsi a questa forma di archeologia, minore senza dubbio, ma non per questo poco interessante, suggeriamo le seguenti località: le rive della laguna del Lusenzo, il canale de la Madona, il canal Lombardo esterno, le Terre salse (Val da Rio), gli orti nella zona di Borgo S. Giovanni ed alcune calli nel centro storico di Chioggia, in particolare la calle Vescovi, dove funzionava una fabbrica, la calle Malanni, calle Gallia e calle Ravagnan dove sono stati effettuati ritrovamenti di qualche importanza. E` successo anche che pipe, e non poche, siano state trovate in laguna o in mare. E` facile darsi ragione di questi ritrovamenti. Si tratta di pipe usate che i pescatori gettavano ritenendole ormai inservibili. Chi volesse approfondire l'argomento troverà con una certa facilita ricercatori ed appassionati che hanno messo insieme raccolte di pipe veramente importanti e tali, comunque, da dare un'idea abbastanza precisa della produzione, delle tecniche seguite e delle innovazioni, quanto ai modelli, introdotte dai pipari. Un modo, anche questo, di conoscere la storia e le consuetudini di un paese.

IL FUMO

La pipa in terracotta non pone problemi a chi voglia fumarla. Per usarla e trarne piacere, non serve alcuna di quelle attenzioni che sono necessarie per la pipa in radica o di altro materiale. Il fornello in terracotta non ha bisogno di alcun rodaggio: l'alta temperatura di cottura lo ha liberato da qualsiasi scoria di modo che, chi fuma la pipa di terracotta, fuma esclusivamente tabacco. Il risultato della pipata dipenderà quindi solamente dalla perizia del fumatore e dal tipo di tabacco usato. Il riempimento della pipa, anche nel caso della terracotta, esige qualche precauzione. Si prema successivamente con maggior forza piccole prese di tabacco fino ad arrivare quasi all'orlo del fornello e si abbia cura poi di accendere interessando alla fiamma tutta la superficie del tabacco. Per il resto ci pare doveroso rimandare alla trattazione, veramente poetica, che al problema riserva Eppe Ramazzotti (Introduzione alla pipa, pgg. 13 e sgg.) in questo, come in altri dettagli riguardanti la pipa, sempre informatissimo. Come non pone problemi di preparazione la pipa in terracotta non da problemi neppure per la scelta del tabacco. Lo si usi dolce o forte fa praticamente lo stesso. La scelta di un tabacco o di una miscela dipende per il fumatore di una pipa in terracotta esclusivamente dal suo gusto. Un'unica avvertenza deve tenere presente chi preferisca fumare miscele di tabacchi: depositi la sua miscela in un vaso di vetro finchè i profumi e gli aromi dei vari tabacchi si saranno ben compenetrati e poi la usi. Con questo tipo di tabacco, come del resto con altri, avrà un fumo depurato da catrame e da nicotina, trattenuti dalla terracotta il cui potere assorbente si rivela eccezionale. Ovviamente il fumatore che avrà accordato la sua simpatia alla pipa di terracotta (infondata appare l'opinione di Giuseppe Bozzini, La mia pipa, pag. 46, che probabilmente non ha mai avuto tra mano una delle nostre pipe) dovrà procurarsene più d'una per poter effettuare quella rotazione che si rivela indispensabile per qualsiasi tipo di pipa. Seguendo una normale rotazione avrà pipe sempre ben funzionanti. Gli sarà sufficiente procedere alla loro pulizia azionando uno scovolino per togliere i residui del tabacco; per il cannello di legno risulterà prezioso un filo di ferro sottile. Chi voglia ricavare dalla pipa ogni prestazione possibile potrà rigenerarla ponendola sotto cenere prima di accendere il fuoco per prelevarla dopo che questo sarà completamente spento. Il calore cancellerà qualsiasi traccia di catrame e di incrostazione del tabacco mentre la cenere preserverà la pipa da eventuali incrinature causate da repentini sbalzi di temperatura. Detto questo sembra d'aver detto tutto. Anzi c'e' ancora un particolare che va chiarito. La pipa in terracotta, mentre la si usa, si riscalda parecchio essendo fatta di materiale meno coibente rispetto alle pipe di radica. Non è da escludere, dato che vi cade il discorso, che una delle ragioni della decorazione delle pipe sia derivata dal fatto che in questo modo si poteva aumentare la superficie radiante diminuendo l'effetto del calore sulla mano del fumatore. Infine, per chi voglia seguirlo, un ultimo consiglio. Non si rifiuti la pipa in terracotta seguendo la suggestione di un momento o un qualsiasi pregiudizio. Prima di pronunciarsi effettui comunque una prova: il suo esito dissiperà qualsiasi dubbio. In tema di consigli ci permettiamo di suggerire una scelta che non deve comunque mancare tra quelle effettuate da un buon fumatore. Abbia una pipa nera, con una bella canna di marasca. Il fumo gli uscirà morbido e pieno come se stesse fumando una buona pipa in radica già ben rodata. La canna di marasca darà al fumo gli aromi e gli odori delle proprie resine rendendolo inconfondibile. I vecchi pescatori, che di buone fumate certo si intendevano, tagliuzzavano foglie dl marasca e spargevano i pezzetti sul tabacco che cosi si aromatizzava. Forse ora non è tanto facile compiere questa operazione: la società di consumi ha pure le sue esigenze! Ma se qualcuno riesce ancora a farlo non rinunci a questa che per un fumatore si rivelerà un squisitezza. Abbiamo insistito anche troppo, ce ne rendiamo conto. Caricate dunque la vostra pipa e cominciate a fumare in santa pace.

PER UNA RIPRESA

La fine della guerra mondiale, positiva per molti versi, fu purtroppo letale per la produzione della pipa chioggiotta. L'ultimo piparo, Luigi Padoan, che aveva, lavorato per molti anni in calle Fattorini cessò la produzione. Gli eredi, spinti da un'incomprensibile smania di sbarazzarsi di tutto ciò che appariva allora vecchio ed inutile buttarono gli stampi usati dal loro congiunto o acconsentirono che venissero fusi. Si sbarazzarono, allo stesso modo, anche degli altri attrezzi della bottega cancellando qualsiasi traccia dell'attività del piparo. Il recupero è risultato, per questo motivo, veramente difficile. C'è voluta la passione, l'insistenza e la ricerca durata parecchi anni da parte di qualche appassionato ed allo stesso tempo una serie di prove per sperimentare i vari tipi di argilla, gli impastri e le soluzioni tecniche usate dai pipari. Si è trattato, per farla breve, di ricostruire nel giro di pochi anni il cammino seguito dalla pipa chioggiotta lungo il versante tecnico ed estetico. Sono stati ricostruiti gli stampi, è stata individuata il tipo particolare d'argilla, si è, da ultimo, introdotto anche il processo di smaltatura tanto che ora si è in grado, a Chioggia, di produrre pipe con le stesse caratteristiche di quelle che i pipari hanno fabbricato fino alla fine della seconda guerra mondiale. Pipe perfettamente funzionanti, il particolare va posto nel giusto rilievo, diversamente da quanto avviene in altre località dove si producono pipe di terracotta che servono solamente da souvenir e non possono, quindi, esser usate. Le pipe che si producono attualmente a Chioggia riproducono perfettamente i modelli del passato, sono perfettamente funzionali, ma sono vendute con l'esplicita avvertenza che si tratta di oggetti prodotti ora. Chi le vuol acquistare (ultimamente si è creato intorno a queste pipe un notevole interesse) non deve temere gli venga rifilata la patacca. Il commerciante sarà esplicito. L'appassionato potrà anche, se convenientemente introdotto, trovare qualche pipa vecchia. La troverà con una certa difficoltà perché i collezionisti si staccano sempre malvolentieri dai loro pezzi e, comunque, preferiscono scambiarli con altri collezionisti. Anche in questo settore si è notato negli ultimi tempi un crescente interesse. Sembra proprio che la pipa in terracotta di Chioggia, superata la fase critica, stia riprendendo quota sia come oggetto d'antiquariato sia come fedele riproduzione in grado di soddisfare anche il fumatore più esigente. Alla decisione di stendere queste brevi note sulla pipa chioggiotta hanno contribuito soprattutto queste considerazioni. Ed insieme a questa anche la constatazione che attraverso un oggetto, sia pur umile, ma sicuramente ricco di storia si poteva offrire un piccolo contributo alla conoscenza di Chioggia anche al di là dei limiti tradizionali. Molti, che non conoscono ancora questa città la sua storia le sue peculiarità, hanno sentito parlare della pipa chioggiotta. Ci è occorso di vedere in negozi prestigiosi o di leggere in riviste specializzate le pipe chioggiotte che in realtà non lo erano. Si trattava, quindi, per noi di rendere giustizia a questo strumento che molti fumatori hanno favorito e che altri invece hanno evitato indulgendo troppo, a nostro parere, verso la loro pigrizia. Una prova, anche una sola fumata con una pipa in terracotta di Chioggia, li avrebbe certamente convinti del contrario.