Presentazione della mostra:
"OSTIS. Il Santuario alle foci di un Meduaco.
Indagini archeologiche a Lova di Campagna Lupia".

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Lova si trova al centro di un'area che ha restituito, nel corso degli ultimi anni, una consistente serie di nuovi dati archeologici che hanno fatto luce su aspetti finora ignoti della frequentazione e dell'insediamento umano locale in epoca antica.

Noto sin dalla fine del secolo scorso per una serie di ritrovamenti occasionali, il sito archeologico di Lova è tornato al centro dell'attenzione nel corso degli ultimi anni '80, a seguito delle sempre più frequenti segnalazioni da parte dell'allora Gruppo Archeologico Lupiae e culminate nel ritrovamento di una novantina di bronzetti votivi attribuibili al IV Periodo Atesino.

Le prospezioni magnetiche e i saggi di scavo storiografico condotti tra il 1990 e il 1993 hanno rivelato l'esistenza di un complesso architettonico monumentale di grandi dimensioni: sulla base dei reperti archeologici rinvenuti, soprattutto bronzetti votivi, tale complesso è da ritenersi un luogo di culto, ascrivibile, sulla base dei dati sinora acquisiti, ad un arco cronologico compreso tra il II sec. a. C. ed il I sec. d. C..

L'intenzione dell'Amministrazione Comunale di Campagna Lupia è di attirare l'attenzione su questo straordinario ritrovamento, presentando alla cittadinanza, prevedibilmente nel periodo Marzo 1996, la mostra cartografica realizzata dalla Sovrintendenza Archeologica per il Veneto e a tutt'oggi in visione al Museo Archeologico Nazionale di Venezia, dal titolo "OSTIS. Il Santuario alle foci di un Meduaco. Indagini archeologiche a Lova di Campagna Lupia".


Struttura della mostra

La mostra propone al visitatore un percorso illustrativo delle metodologie e dei risultati conseguiti nelle diverse fasi dell'indagine che ha condotto alla scoperta del complesso architettonico di grandi dimensioni di Lova.
Le "sezioni" possono essere così sommariamente indicate:

1. la geomorfologia.

Le indagini geo-archeologiche condotte in occasione delle campagne di scavo 1991-94 hanno permesso di analizzare la composizione sedimentologica dei substrati geologici "naturali" presenti nei pressi dell'antica area di culto.

2. le prospezioni geofisiche.

Tra i metodi d'indagine archeologica, un posto di rilievo è occupato dalle prospezioni elettrica, magnetica e georadar. Con queste metodologie è possibile individuare la presenza nel sottosuolo di evidenze di interesse archeologico. Vengono presentate le mappe risultato delle prospezioni magnetiche del 1989-90 e del 1991

3. lo scavo

Tra il 1991 e il 1993 la Soprintendenza ha condotto due campagne di scavo, in corrispondenza dell'edificio denominato "Tempio A", mentre alla fine del 1993 ha realizzato un nuovo intervento di scavo all'esterno del "Tempio B", che ha permesso di studiare la "Stipe del pozzo".

4. il complesso architettonico

Dalla combinazione dei dati forniti dalle prospezioni geofisiche e dalle indagini archeologiche, emerge un quadro generale di straordinario interesse. Il complesso di Lova è evidentemente il frutto di un progetto unitario, che mirava a dare una veste monumentale ed un preesistente luogo di culto veneto.

 

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5. i materiali

Dall'area del santuario provengono più di un centinaio di statuine, alte pochi centimetri, tipiche espressioni della devozione popolare, senza ambizioni artistiche.
Inoltre, all'interno della corte centrale del "Tempio A" sono stati recuperati quattro anelli d'oro, evidentemente donati al santuario per grazia ricevuta. Frequenti i ritrovamenti di monete e di diverse tipologie di vasellame: coppe, piatti e brocche utilizzati per scopi rituali.

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su concessione del Ministero Beni Culturali ed Attività Culturali

- Soprintendenza Archeologica di Padova -

 


Mostra OSTIS Chiesa di S.Maria di Lugo

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