LA CERAMICA ANTICA NEL VENETO

 

Neolitico

La produzione dei vasellame di ceramica iniziò quando l'uomo si dedicò all'agricoltura e all'allevamento e divenne sedentario. I recipienti in terracotta erano indispensabili per conservare il grano, gli altri cereali, i legumi, e per cuocere i cibi, per mangiare e bere (stoviglie da tavola). Nel Veneto l'uomo comincia a lavorare l'argilla. Questa, per cottura subisce un processo di fusione e s trasforma in ceramica non più disgregabile in acqua. Il vaso veniva plasmato a mano da un blocco d'argilla o utilizzando la 'tecnica a colombino", che prevedeva l'uso di un salsicciotto d'argilla avvolto a spirale per abbozzare il vaso, che poi veniva rifinito mediante lisciatura a mano o con stecche. Quest'ultima, detta 'steccatura' rendeva il vaso anche impermeabile. Non si conosceva l'uso dei tornio. Le donne erano preposte alla lavorazione di vasi e recipienti di terracotta, contrassegnati dalla caratteristica 'bocca quadrata' tipologia che si diffonde in tutta l'Italia settentrionale.

 

Età del Bronzo

I vasi erano modellati a foggia di campana (vasi campaniformi) e decorati a cordicella, pressando cioè una cordicella sulla argilla ancora fresca delle pareti dei vaso. In questo periodo si assiste ad una notevole proliferazione di stili ornamentali distinti, che sembrano indicare il sorgere di centri specializzati nella produzione della ceramica. I vasi si potrebbero collegare forse con l'uso di bevande alcooliche, prodotte con frutti di pruno, di melo, di vite selvatica, di sambuco, tale cultura presenta anche scodelle fittamente decorate e boccali e ciotole forniti di manico.

 

 

La produzione della terracotta richiedeva numerose operazioni:

depurazione dell'argilla

impasto dell'argilla con l'aggiunta di un degrassante (sabbia di fiume)

costruzione dei vaso con modellazione manuale

lisciatura con spatole d'osso o di pietra per rendere le pareti dei vaso di spessore omogeneo.

lucidatura con strumenti lisci e piatti per eliminare la porosità delle pareti e rendere il recipiente.

decorazione a consistenza cuoio (prima della cottura) a mezzo di impressione o di incisione o tramite l'applicazione di cordonature

decorazione dopo la cottura con la tecnica a graffito.

 

La cottura dei vasi avveniva in due modi:

all'interno di una buca, nella quale si collocavano i recipienti ben secchi e sopra la quale si ammucchiavano sterpi e legname a cui si appiccava il fuoco. Tale sistema consentiva temperature sempre inferiori ai 500'C.

ricorrendo ad un vero e proprio forno di terracotta appositamente progettato e costruito, il quale consentiva di raggiungere temperature di cottura variabili dai 700'C ai 900'C.

 

Da "Dal paleolitico alla Romanizzazione" Quaderno didattico di archeologia anno 1994 F.A.A.V.

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